Domenica 6 settembre allo Stadio Euganeo, nella prova paralimpica sui 100, anche la prima militare italiana decorata con la medaglia d’oro al valore dell’Esercito. Sabato pomeriggio allo stadio Colbachini clinic per tecnici e atleti con Guy Ontanon, responsabile del settore velocità della nazionale francese
Non solo la pluricampionessa olimpica e mondiale Shelly-Ann Fraser-Pryce, qui dopo l’esaltante vittoria sui 100 nella Diamond Race di Zurigo. Non solo Nesta Carter, stella della velocità maschile. Non solo i sette medagliati dei campionati iridati di Pechino. Al Meeting internazionale Città di Padova, in cartellone domenica allo Stadio Euganeo (dalle 16.30, a ingresso gratuito) anche atleti magari meno conosciuti ma non meno importanti. E una delle storie che meritano di essere raccontate è quella di Monica Contrafatto, al via dei 100 metri paralimpici, inseriti all’interno dell’evento grazie alla collaborazione di Assindustria Sport con Fispes e Cip.
Nata a Gela, in Sicilia, 34 anni, Monica il 4 marzo 2012 è stata mutilata da una granata in Afghanistan ed è la prima militare italiana decorata con la medaglia d’oro al valore dell’Esercito: è il riconoscimento per aver messo in salvo altre persone nonostante la terribile ferita, ricevuto dalle mani del ministro Pinotti lo scorso 4 maggio. «Eravamo tornati da un giro di perlustrazione in cerca della postazione che già aveva lanciato diversi colpi di mortaio nell’area della base. Ero appena tornata in tenda, volevo andare a fare la doccia, ed è caduta la prima bomba, quella che ha ucciso Michele Silvestri. Nel campo fu il caos, corsi a prendere l’equipaggiamento. Poco dopo è arrivata la seconda, quella che mi ha colpito, poi una terza. Sul momento non sentii dolore e non ebbi la percezione di quello che era successo, ero convinta di avere solo un graffio. Poi il trasporto in ospedale. Tra me e me pensavo che mi avrebbero curato e sarebbe tornato tutto come prima. Mentre ero ricoverata a Ramstein ho scoperto che avevo perso una gamba, cinquanta centimetri di intestino e la parziale funzionalità di un dito, che per fortuna mi hanno salvato. Poteva andare peggio» ha raccontato a Repubblica ripercorrendo quei terribili momenti.
Lo sport ha giocato un ruolo fondamentale per ripartire. Le immagini dei Giochi Paralimpici di Londra e di Martina Caironi che vinceva i 100 (e che sarà con lei in gara a Padova) le hanno aperto un mondo. «Correre era la mia passione e lo è ancora. Anche per questo mi sono innamorata dei bersaglieri, fino a diventare una di loro. Li ho scoperti durante l’operazione Vespri Siciliani, quando in Sicilia furono mandati anche gli alpini a presidiare gli obiettivi della mafia. Fu amore a prima vista, vederli correre mi metteva i brividi. E per questo dopo la bomba mi sono fatta mettere subito la protesi da corsa e ho ripreso a fare sport. Avevo provato anche con il nuoto, una disciplina bellissima e completa, ma la corsa è più adatta alla mia disabilità».
SABATO L’INCONTRO CON ONTANON. In occasione del Meeting, Assindustria Sport darà l’opportunità a tecnici e atleti precedentemente selezionati di incontrare Guy Ontanon, allenatore fra i più noti e apprezzati a livello internazionale, che guida il settore velocità della nazionale transalpina e che ha lanciato fra gli altri Jimmy Vicaut. Il clinic prevede una parte su pista e una in aula, è in programma alle ore 16 di sabato, allo Stadio Colbachini di Padova, e coinvolgerà i suoi atleti Guy Anouman e Stuart Dutamby, campioni europei 2015 under 23 con la 4×100 francese, Teddy Venel, finalista a Pechino nella 4×400, e Jeffrey John. In pista anche l’azzurro Jacques Riparelli, unico italiano al via nei 100 ai Mondiali di Pechino, e gli azzurrini di Assindustria Sport Lodovico Cortelazzo e Farias Zin. A tradurre dal francese la sprinter – padovana adottiva – Fabé Dia Longo, che è stata allenata proprio da Ontanon.
Nelle foto Monica Contrafatto (fonte Corriere della sera)